E’ uno dei momenti più difficili nella storia della Toscana, l’arco di tempo che va dal 1494 al 1537, in cui guerre orrende investono la penisola, con il loro immancabile seguito di “mutazioni di stati, cattività di principi, sacchi spaventosissimi di città, carestia grande di vettovaglie, peste per quasi tutta Italia grandissima; pieno ogni cosa di morte, di fuga e di rapine”.
Ma ecco che due giovani ragazzi poco più che diciassettenni accettano, sotto la guida del loro maestro di bottega, il soave e lezioso pittore Andrea del Sarto, di esporsi al giudizio di una città intera e di tutti gli intendenti d’arte: per andare a pregare l’icona mariana reputata dispensatrice di molte grazie, custodita all’interno della Basilica della SS Annunziata a Firenze, si doveva infatti passare per il Chiostrino dei Voti, spazio antistante l’ingresso principale, nel quale sarebbero stati esposti gli affreschi la cui realizzazione era stata loro affidata.
Inizia dunque così, con le scene della Visitazione e dell’Assunzione della Vergine, eseguite rispettivamente da Jacopo Carucci detto il Pontormo e da Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino, la loro avventura umana e professionale.
Che ci porterà a tuffarci in un lago dalle acque agitate, ma le cui increspature sono sottolineate da ritmici rimandi cromatici di lampone, di rosso e di giallo brillante, alternati a pallido rosa pesca e verde smeraldo; opere attraverso la cui venerazione si contemplava il divino, realizzate in una “maniera gagliarda e di grandezza più degl’altri, leggiadra e maravigliosa”.