Galleria dell’Accademia di Firenze: si chiude lunedì 8 dicembre la bellissima mostra “La Fortuna dei Primitivi. Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento”, curata da Angelo Tartuferi e Gianluca Tormen.
“La Fortuna dei Primitivi. Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento”
Una esposizione di capolavori che ha dato la possibilità anche al grande pubblico di scoprire i percorsi più remoti e talvolta sconosciuti che hanno portato all’origine del collezionismo moderno.
Papa Benedetto XIV, il filosofo ed avvocato Agostino Mariotti, il cardinale Stefano Borgia, il canonico di Fiesole Angelo Maria Bandini, il conte romano Ottavio Gigli, i veneziani Correr e Molin, il cardinale Joseph Fesh, zio di Napoleone, l’editore e collezionista d’arte James Jackson Jarves: sono solo alcuni degli eruditi, intellettuali e antiquari che, accomunati da una passione irrefrenabile e quasi ossessiva per la pittura italiana antica – dai pittori della maniera greca a Raffaello – ci hanno introdotto ad un Arte che fino ad allora non era considerata degna di rispetto, stimata “centone di bronzi, di avori, di marmi, di pitture che si cuciano con pezzi che arrivino al 1300… onde accostando ciò insieme si forma un caos che la moderna delicatezza ne soffre”.
E hanno fatto sì che l’apprezzamento per le opere d’arte di Allegretto Nuzzi, Taddeo Gaddi, Vitale da Bologna, Beato Angelico, Andrea Mantegna, Cosmè Tura e tanti altri pittori Primitivi valicasse i confini della nazione e trasformasse il gusto dell’uomo contemporaneo, portandolo a rapportare quelle meravigliose opere alle epoche nelle quali erano state create.